Descrizione
Sorta nel XV secolo alla periferia nord di Pisogne, questa chiesa è oggi uno dei più suggestivi esempi di pittura sacra del ‘500. Tra gli anni 1532 e 1534 Girolamo Romani detto il Romanino affrescò, secondo il tema della Passione di Gesù, le pareti, l’arco santo e la controfacciata di questa chiesa con uno stile che nulla aveva a che vedere con l’accademismo dell’epoca. Le sue figure trasgressive, spesso grottesche, sono ispirate alla semplice gente del luogo. Il risultato è un’opera grandiosa che trova la sua massima espressione nell’affresco della Crocifissione.
La fabbrica di questa chiesa risale al XV secolo per volere degli abitanti di Pisogne. Lo testimonia lo stemma del paese scolpito sul capitello di una lesena posta all’interno. La sua struttura architettonica segue lo schema della pieve rustica, con facciata a capanna ed interno ad aula unica con volta a crociera a sesto acuto. Originariamente l’esterno era dotato di due porticati, uno scomparso e l’altro trasformato in oratorio. Il portale è in arenaria rossa di Gorzone, molto elegante per le raffinate decorazioni rinascimentali. Ai lati del portale era rappresentato un “Trionfo della Morte”, soggetto macabro oggi, purtroppo, completamente scomparso; se ne conosce l’impostazione grazie ai disegni eseguiti nel secolo scorso. Il lato nord recava affreschi di G. Romanino che, staccati e restaurati, sono ora custoditi all’interno della chiesa. Sullo stesso lato, un sacello aperto mostra affreschi della scuola del Da Cemmo. Intorno al 1533 Girolamo Romani detto il Romanino, pittore bresciano di origine milanese, ricevette l’incarico dalla confraternita dei Disciplini di affrescare la chiesa con soggetti ispirati alla Passione e Resurrezione di Cristo. La volta accoglie 24 figure di Sibille e Profeti in precario equilibrio su finti cornicioni. La lettura degli affreschi parte dall’arco santo illustrante l’Annunciazione. La parete sinistra rappresenta i drammatici momenti della passione, mentre quella di destra le sequenze della Resurrezione. Tutti gli episodi raffigurati fanno da corollario al tema centrale, grandiosamente espresso sulla controfacciata, della Crocefissione.
Romanino affrescò, secondo il tema della Passione di Gesù, le pareti, l’arco santo e la controfacciata di questa chiesa con uno stile che nulla aveva a che vedere con l’accademismo dell’epoca. Le sue figure trasgressive, spesso grottesche, sono ispirate alla semplice gente del luogo.